Patti Lateranensi - La Politica Dei Giovani

Vai ai contenuti

Patti Lateranensi

CON PDG > Programma > Idee e Proposte > La Storia
 CONTATTACI  se hai qualche domanda!


                                                                                                  


I PATTI LATERANENSI

Torino 11.02.2013






Dio all'Italia e l'Italia a Dio, storia degli accordi

L''E con la grazia di Dio, con molta pazienza, con molto lavoro, con l'incontro di molti e nobili assecondamenti, siamo riusciti 'tamquam per medium profundam eundo' a conchiudere un Concordato che, se non e' il migliore di quanti se ne possono fare, e' certo tra i migliori che si sono fin qua fatti; ed e' con profonda compiacenza che crediamo di avere con esso ridato Dio all'Italia e l'Italia a Dio''. Era il 13 febbraio del 1929, sette anni dopo che il regime Fascista era salito al potere e l'allora Pontefice Achille Ratti, in un'udienza rivolta ai professori e agli studenti dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore, celebrava la sigla dei Patti Lateranensi, gli accordi di mutuo riconoscimento tra il Regno d'Italia e la Santa Sede che l'11 febbraio di ottantaquattro anni fa sancirono la nascita dello Stato Vaticano.


Oggi, nelle aule dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede a Palazzo Borromeo, le maggiori cariche istituzionali dello Stato e della Chiesa Cattolica celebreranno come di consueto la ricorrenza del Concordato, rivisto dopo lunghissime e difficili trattative nel 1984.

Per l'occasione L'Osservatore Romano, l'organo di stampa della Citta' del Vaticano dal 1861, nell'edizione odierna ha sottolineato come la memoria degli accordi non sia ''mera retorica o solo un omaggio formale a un fatto storico''. Al contrario, il ricordo aiuta a ''constatare ancora una volta la funzionalita' della soluzione convenuta'' tra l'Italia e il Vaticano, ''la sua rispondenza a tuttora perduranti esigenze, la sua idoneita' nel continuare a guidare verso obbiettivi condivisi''. I Patti del 1929, si legge, sono il risultato di ''una particolare sollecitudine e assoluto rispetto'' che ''l'Italia ha sempre manifestato nei confronti dello Stato Vaticano. Di questo va dato atto con animo grato''.

I Patti, dal nome del palazzo di San Giovanni in Laterano in cui avvenne la firma degli accordi e grazie ai quali furono stabilite regolari relazioni bilaterali tra le parti, furono negoziati tra il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per conto della Santa Sede e Benito Mussolini con lo scopo di risolvere la ''Questione romana''.

Soppiantarono la cosiddetta ''legge delle Guarentigie'', approvata dal Parlamento il 13 maggio del 1871 dopo la presa di Roma.

L'allocuzione 'Vogliamo anzitutto' di Papa Pio XI rivolta ai docenti e ai giovani dell'Universita' Cattolica passo' alla storia per un passaggio in cui il Duce venne indicato come ''l'uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare''.

''E qualche volta - disse il Pontefice in un passaggio del suo discorso il 13 febbraio - siamo stati tentati di pensare, come lo diciamo con lieta confidenza a voi, si' buoni figliuoli, che forse a risolvere la questione ci voleva proprio un Papa alpinista, un alpinista immune da vertigini ed abituato ad affrontare le ascensioni piu' ardue; come qualche volta abbiamo pensato che forse ci voleva pure un Papa bibliotecario, abituato ad andare in fondo alle ricerche storiche e documentarie, perche' di libri e documenti, e' evidente, si e' dovuto consultarne molti''.

''Dobbiamo dire - aggiunse poi - che siamo stati anche dall'altra parte nobilmente assecondati. E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto piu' intangibili e venerandi quanto piu' brutti e deformi''.

In un suo articolo di qualche anno fa, l'attento giornalista e scrittore italiano Vittorio Messori, spiego' che con quelle parole Pio XI intendeva semplicemente dire che Mussolini non aveva i pregiudizi che avevano portato tutti i precedenti negoziatori a rifiutare qualsiasi accordo che prevedesse una sovranita' territoriale per la Santa Sede.

Tant'e' che l'accordo, 'de facto', ci fu: ''L'Italia riconosce alla S.Sede la piena proprieta' e la esclusiva potesta' e giurisdizione sovrana sul Vaticano, come e' attualmente costituito, con tutte le sue pertinenze e dotazioni, creando per tal modo la Citta' del Vaticano, per gli speciali fini e con le modalita' di cui al presente trattato''.

L'inizio delle trattative avvenne grazie all'iniziativa di tre zelanti sacerdoti: padre Giovanni Genocchi dei Missionari del Sacro Cuore di Gesu', don Giovanni Minozzi e padre Giovanni Semeria , entrambi fondatori dell'O.N.M.I. (la popolare rete di orfanotrofi nota come 'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia'). Tre giorni d'intensi colloqui, al termine dei quali padre Genocchi si incarico' di portare all'allora segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Gasparri, il risultato del lavoro svolto.

Con la meraviglia dell'alto prelato della Curia romana, il 26 agosto 1926 furono designati ufficiosamente e informalmente due incaricati: uno dal governo Mussolini e l'altro da parte di Papa Pio XI. Per la prima volta venne alla ribalta la figura dell'avvocato concistoriale Francesco Pacelli quale plenipotenziario per il Vaticano, fratello di Eugenio Pacelli, futuro segretario di Stato prima e papa Pio XII poi. Da parte italiana fu scelto Domenico Barone.

La scelta di firmare i Patti Lateranensi l'11 febbraio fu motivata dalla ricorrenza della venerata apparizione di Maria nel comune francese di Lourdes (1858) e, tra le altre cose, intendeva anche rimarcare la soddisfazione da parte vaticana per i nuovi patti.

Il dibattito in Senato per la ratifica si avvio' il 23 aprile 1929, concludendosi il 25 maggio con lo scarto di un solo voto a favore, al termine di vivaci discussioni in aula.

Sei senatori votarono contro l'approvazione. Tra questi Benedetto Croce, gia' antifascista dal delitto Matteotti, secondo cui gli accordi tradivano il principio di ''una libera Chiesa in un libero Stato''.

Il filosofo, dichiarandosi apertamente contrario ai Patti, durante il dibattito in Senato affermo', con infinito senso dello spirito, che ''accanto o di fronte ad uomini che stimano 'Parigi valer bene una messa' (frase attribuita a Enrico IV, di fede ugonotta, che per ottenere il trono di Francia accetto' di convertirsi al cattolicesimo, ndr), sono altri per i quali l'ascoltare o no una messa e' cosa che vale infinitamente piu' di Parigi, perche' e' affare di coscienza''. Mussolini gli rispose dichiarandolo ''un imboscato della storia'', accusandolo di passatismo e di vilta' di fronte al progresso storico.

A seguito del placet meno frastornato della Camera, lo scambio delle ratifiche tra lo Stato italiano e la Santa sede avvenne con una solenne cerimonia in una sala dei Palazzi apostolici: il Duce, vestito con una uniforme diplomatica e feluca, ricevette gli onori del caso. Era il 7 giugno 1929, e dopo un'ora dalla sua partenza, alle dodici in punto, entrarono in vigore i Patti Lateranensi (nel 1948 riconosciuti costituzionalmente nell'articolo 7). Nacque cosi' lo Stato della Citta' del Vaticano.

Il Concordato (ma non il Trattato) fu rivisto poi nel 1984, per rimuovere principalmente la clausola riguardante la religione di Stato della Chiesa cattolica in Italia. La revisione venne firmata a Villa Madama il 18 febbraio, a Roma, dall'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi per lo Stato italiano e dal cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato, in rappresentanza della Santa Sede.

Il nuovo Concordato stabili' che la Chiesa cattolica, cosi' come le altre confessioni religiose, venissero finanziata da una frazione del gettito totale Irpef, attraverso il meccanismo noto come 'otto per mille' e che la nomina dei vescovi non richiedesse piu' l'approvazione del governo italiano.

Inoltre, per quanto riguarda la celebrazione del matrimonio, si stabilirono le clausole da rispettare perche' un matrimonio celebrato secondo il rito cattolico potesse essere trascritto dall'ufficiale di stato civile e produrre gli effetti riconosciuti dall'ordinamento giuridico italiano.

Fu anche stabilito che l'ora di religione cattolica nelle scuole passasse da obbligatoria a facoltativa.


Patti Lateranensi: colloqui con sullo sfondo dimissioni papa





Le inaspettatte dimissioni di papa Benedetto XVI hanno fatto da sfondo ai colloqui bilaterali tra Italia e Santa Sede avuti oggi, all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, a Palazzo Borromeo a Roma. Un proverbiale appuntamento, quello che ha visto riunirsi le maggiori cariche istituzionali dello Stato e della Chiesa cattolica, celebrato per la ricorrenza dei Patti Lateranensi e per l'accordo di modifica del Concordato. Come da protocollo, a giungere per primi, alla spicciolata, sono stati i ministri del governo, tra questi la Cancellieri, Riccardi, Ornaghi, la Severino, e Grilli, e, quindi, il premier Mario Monti. Da parte vaticana sono giunti, invece, il segretario di Stato card. Tarcisio bertone, il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e il segretario della Conferenza episcopale italiana, mons. Mariano Crociata, alcuni cardinali come Ruini, Nicora, Montezemolo, Ravasi e Braz De Aviz. Per ultimo, come da protocollo, e' giunto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

I colloqui, durati oltre un'ora, come ha poi riferito l'ambasciatore d'Italia presso la Santa sede Francesco Maria Greco, si sono svolti in un ''clima di malinconia di fondo'' sia per le inaspettate dimissioni di papa Benedetto XVI che per il fine mandato dei ministri presenti.

Un faccia a faccia, quello della delegazione italiana e della Santa sede, che, come ha riferito ancora Greco, non ha toccato i temi piu' squisitamente politici alla vigilia delle elezioni, ma, in particolare, le questioni di interesse bilaterale e di politica estera. Naturalmente sullo sfondo vi e' stato, costante, il pensiero al passo compiuto da papa Ratzinger. A parlare di ''clima sereno'' e' stato anche il portavoce vaticano, pardre Federico Lombardi.

Confermata anche l'assenza, gia' per altro annunciata, di esponenti del Pdl. Unico a presentarsi a Palazzo Borromeo 'l'ambasciatore' del centrodestra, Gianni Letta.





LA POLITICA DEI GIOVANI
                                                                                    Direzione  Generale
La Politica dei Giovani

                                                                                   

Torna ai contenuti